Protocollo Atelli: protocollo d’intesa sull’infrastruttura verde

Il 10 Maggio 2018 è stato firmato a Novara il Protocollo d’Intesa tra il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, la Città di Torino, la Regione Piemonte, la Città Metropolitana di Torino per lo sviluppo di infrastruttura verde attraverso strumenti pianificatori e meccanismi per la gestione dei contributi e delle compensazioni ambientali. Obiettivo comune è quello di definire una strategia di sviluppo e valorizzazione dell’infrastruttura verde e della foresta urbana e dei servizi ecosistemici ad essi connessi, da attuarsi anche attraverso l’individuazione di un metodo di gestione dei contributi ambientali sia a scala comunale che metropolitana. Si tratta di una valorizzazione dell’infrastruttura verde sia ambientale – con riferimento alla rete ecologica territoriale, la conservazione della biodiversità delle aree ambientali e agricole, la riduzione del consumo di suolo, l’adattamento e mitigazione del cambiamento climatico – sia sociale – in termini di salute pubblica, riduzione dell’inquinamento, la fruizione del verde, i servizi culturali, – sia economica – di occupazione attraverso recupero delle aree dismesse, servizi innovativi, sviluppo dell’agricoltura urbana.

La nuova Agenda Urbana delle Nazioni Unite al 2030 inserisce tra gli indicatori chiave per il futuro delle città sostenibili la presenza di estesi spazi verdi. La Commissione Europea ha lanciato da tempo il tema delle infrastrutture verdi giudicandolo strategico e trasversale a molte politiche comunitarie, da quelle relative alla conservazione della biodiversità, al mantenimento dei servizi ecosistemici e al recupero della connettività ecologica fino a quelle rivolte alla coesione territoriale, alla rigenerazione delle periferie, alla riduzione della frammentazione, all’uso sostenibile della risorsa suolo e alla lotta ai cambiamenti climatici.

I recenti programmi di ricerca e di innovazione puntano su soluzioni nature-based, basate cioè sulle proprietà dei sistemi naturali di fornire benefici multipli assicurando l’efficienza dei servizi ecosistemici e la sostenibilità economica degli interventi. Il tema delle compensazioni, quale strumento per una gestione sostenibile delle trasformazioni territoriali, rappresenta un argomento di particolare attualità; nello specifico è di grande interesse l’aspetto legato al valore ambientale che le compensazioni delle attività umane potrebbero assumere se indirizzate verso elementi di valore ecologico del territorio. Tuttavia è evidente che l’uso delle compensazioni deve essere attentamente valutato in quanto primo obiettivo delle azioni nei sistemi urbani e periurbani dovrebbe essere quello di rendere non necessarie le compensazioni. In tale contesto, parlare di infrastrutture verdi nelle città significa partire dalla “domanda” di servizi ecosistemici e realizzare una rete di nodi e di collegamenti capaci nel contempo di migliorare la funzionalità dei sistemi naturali e garantire la valorizzazione anche in termini economici e di occupazione dell’intero sistema.

Un ruolo particolarmente significativo si dovrà attribuire non solo alle classiche tipologie di verde come parchi e giardini pubblici, ma anche a tutte quelle aree verdi libere e permeabili che a diverso titolo concorrono a comporre con le loro tessere – sempre più frammentate – la rete verde locale. In tal senso, un ruolo fondamentale lo svolge il verde pubblico verso cui le Amministrazioni, a diverso titolo, devono individuare gli strumenti di sostenibilità che ne consentano lo sviluppo e il mantenimento nel tempo, senza dimenticare però il verde privato che comunque svolge una funzione ecologica di interesse pubblico.

Obiettivo generale, già evidenziato nella realizzazione della “Corona verde”, è dotare l’area metropolitana di un insieme variegato e complesso di green infrastructures, un’Infrastruttura Verde che spazi e sappia mettere in rete le più o meno vaste aree verdi, gli orti e gli interventi più localizzati fino a comprendere il verde verticale, le recinzioni, i terrazzi e i lastrici solari. Nel loro insieme questo variegato e complesso sistema contribuisce anche a dare attuazione, a scala metropolitana, al concetto di “foresta urbana”.

Si sottolinea che gli Enti sopracitati ritengono di grande utilità e interesse per l’area metropolitana torinese sviluppare e avviare attività per consolidare ed ampliare esperienze che si sono rivelate utili ad affrontare le criticità che ad oggi sono presenti nello sviluppare e mantenere l’insieme di infrastrutture verdi anche in una logica sistemica di foresta urbana e di ecosistema metropolitano. E’ necessario procedere con una messa a punto di una strategia per lo sviluppo e la manutenzione dell’infrastruttura verde e di un sistema di contributi e di compensazioni per supportare lo sviluppo di tale infrastruttura. In tal modo si possono ottenere così benefici molteplici dal punto di vista sia ambientale (rete ecologica e conservazione biodiversità) sia sociale (salute pubblica, fruizione) che economico e occupazionale (servizi ecosistemici, riqualificazione di aree dismesse, valorizzazione dei sistemi naturali e delle aree agricole periurbane). 

Finalità del protocollo è quella di perseguire l’obiettivo comune di definire una Strategia di sviluppo e valorizzazione dell’infrastruttura verde e della foresta urbana, e dei servizi ecosistemici ad essi connessi, da attuarsi anche attraverso l’individuazione di un metodo di gestione dei contributi ambientali – sia a scala locale comunale sia metropolitana – utile a supportare lo sviluppo e la valorizzazione di tale patrimonio naturale e culturale così come promosso dalla Carta di Roma. Ciò dal punto di vista sia ambientale (rete ecologica territoriale, conservazione della biodiversità dei sistemi naturali e delle aree agricole, riduzione del consumo di suolo, mitigazione e adattamento al cambiamento climatico) sia sociale (salute pubblica, mitigazione dell’inquinamento urbano, fruizione, servizi ecosistemici culturali) che economico e occupazionale (rete di servizi ecosistemici, riqualificazione di aree dismesse, ripristino degli ecosistemi secondo i dettami della strategia per la biodiversità, riqualificazione delle periferie e delle aree suburbane, integrazione del sistema agricolo periurbano con le infrastrutture verdi).

Tra gli impegni previsti nel protocollo, da portare a compimento da parte di ciascun soggetto, vi è quello di procedere a definire un set di elementi utilizzabile dagli enti territoriali per l’individuazione, la pianificazione, la progettazione, la realizzazione e la gestione di un sistema di infrastrutture verdi (di specifico valore ecologico e quindi chiaramente coerenti con la domanda di servizi ecosistemici) organizzato per piani/programmi utili a supportare lo sviluppo e la valorizzazione del verde pubblico, sia dal punto di vista ambientale (servizi ecosistemici e conservazione biodiversità; fissazione del carbonio, mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, etc.) sia sociale (salute pubblica, mitigazione dell’inquinamento urbano, fruizione, servizi ecosistemici culturali) che economico e occupazionale (rete di servizi ecosistemici, riqualificazione di aree dismesse, ripristino degli ecosistemi secondo i dettami della strategia per la biodiversità, riqualificazione delle periferie e delle aree suburbane, integrazione del sistema agricolo periurbano con le infrastrutture verdi); lo stesso Documento dovrà individuare una gamma di possibili tipologie di interventi coerenti con la flora autoctona, la vegetazione naturale e seminaturale presente e la vegetazione potenziale, utili a dare concretezza al disegno delle infrastrutture verdi metropolitane nel più vasto obiettivo di dare luogo, così come già programmato dal Comune e dalla Regione, a una eterogenea ed ecologicamente complessa foresta urbana e ecosistema urbano.

Inoltre, in relazione alle maggiori criticità riscontrate per il verde pubblico sul territorio metropolitano, le tipologie di infrastrutture da sviluppare dovranno interessare sia la scala locale del comune sia quella più ampia di area metropolitana e dovranno prevedere interventi volti a contrastare le maggiori vulnerabilità ambientali del territorio urbano e metropolitano, ad esempio: alluvioni e inondazioni; isole di calore e ondate di calore; siccità prolungata; inquinamento atmosferico; eventi climatici estremi. Infine, il Documento finale che dovrà essere adottato dovrà evidenziare metodo/i e buone pratiche per pianificare e mettere a sistema modelli di infrastrutture verdi a diverse scale territoriali e, eventualmente, meccanismi per indirizzare contributi e compensazioni ambientali.

 

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