Sperimentazione acquaponica a Laghetti Falchera

Accanto alle più tradizionali pratiche, in merito alla produzione ortofrutticola, l’Amministrazione intende incentivare la sperimentazione di nuove pratiche sul territorio comunale, in particolare nelle aree pubbliche oggi adibite ad utilizzo agricolo. I progetti potranno essere dei più svariati, dalla costruzione di serre e vivai all’impianto di frutteti, boschi edibile e anche modesti allevamenti, dall’apicoltura ad esperienze di coltivazioni integrate.

Tra le pratiche agricole innovative rientra la coltura acquaponica, che può essere definita come l’unione tra l’acquacoltura e la coltivazione idroponica, permettendo di coltivare ortaggi e frutti anche senza disporre di terra (coltivazione in assenza di suolo). In questo tipo di coltura i nutrienti fondamentali per la crescita delle piante vengono forniti dall’allevamento del pesce di cui queste sostanze costituiscono i principali prodotti di scarto. In questo sistema, elementi come l’azoto e il fosforo, derivanti sia dall’escrezione e dalle deiezioni dei pesci che dalla decomposizione del mangime non ingerito, possono venire assorbiti dalle radici delle piante in coltura che si trovano direttamente immerse nell’acqua.

acquaponica falchera

L’acquaponica non è una tecnica di coltivazione nuova; infatti è dagli anni ’70 che si è iniziato a utilizzare questa tecnica. Tuttavia è solo negli ultimi anni che è tornata alla ribalta, complici anche le nuove ricerche scientifiche e la maggior attenzione verso la sostenibilità da parte di consumatori e produttori. L’acquaponica può essere intesa come un’attività produttiva agricola sostenibile nella quale i cicli dei principali macronutrienti vengono chiusi grazie all’integrazione di due sistemi produttivi, l’acquacoltura e la coltivazione idroponica. Rispetto alle tecniche di coltura convenzionali, l’acquaponica presenta diversi punti di forza, tra cui:

  • risparmio idrico: l’acquaponica utilizza circa il 90% di acqua in meno rispetto a quella utilizzata nelle colture tradizionali;
  • spazi contenuti: poiché le piante non necessitano di terreno, l’acquaponica permette colture intensive in spazi relativamente limitati;
  • nessun uso di pesticidi e fitofarmaci: l’acquaponica non ne prevede l’uso. Al fine di evitare problemi di tossicità per pesci e piante, in acquaponica viene utilizzata la lotta biologica per tenere sotto controllo eventuali parassiti. Inoltre si cerca di isolare il meglio possibile il sistema di produzione dall’ambiente circostante in modo da limitare l’ingresso di insetti nocivi e agenti patogeni;
  • nessun uso di fertilizzanti: i nutrienti per le piante vengono forniti dall’allevamento del pesce.

Una prima applicazione di questo tipo di soluzione è nata a giugno 2020 a Laghetti Falchera, finanziata da AxTO, con l’obiettivo di sviluppare e testare sistemi innovativi destinati all’orticoltura.

Si tratta di un progetto pilota che intende realizzare un sistema collaborativo di produzione e di consumo di prodotti vegetali basato su tecniche di coltura in “idroponica”, finalizzato a dimostrare la realizzabilità di sistemi condivisi a servizio del cittadino e la sostenibilità in ambito urbano delle coltivazioni “BIO”. Ci lavorano i cittadini del quartiere assieme al comitato per lo Sviluppo della Falchera.

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